Da: "Ufficio Stampa M.Argentario" A: Oggetto: Convegno su Giorgio La Pira Data: giovedì 7 aprile 2005 12.16 COMUNE DI MONTE ARGENTARIO Riceviamo dalla Parrocchia S.Stefano e pubblichiamo Giorgio La Pira, il sindaco santo 9 aprile ore 17,30 Sala Convegni della Chiesa del Pozzarello Sabato 9 Aprile nella Sala Convegni del Pozzarello (Porto Santo Stefano), a partire dalle ore 17,30, l’Azione Cattolica Diocesana, in collaborazione con la Caritas Diocesana, propone un incontro-dibattito su Giorgio La Pira, sindaco di Firenze e cattolico convinto. Al dibattito interverranno il Vescovo della Diocesi di Pitigliano – Sovana – Orbetello Mons. Mario Meini e S.E. Mons. Gastone Simone, Vescovo di Prato e delegato della Conferenza Episcopale Toscana per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace. L’iniziativa, dal titolo “Giustizia e pace si baceranno” fa parte di un progetto regionale – Il Progetto Cittadinanza – pensato e creato dalla Delegazione Regionale di Azione Cattolica, che ha visto già lo svolgersi di numerosi incontri-convegno (Firenze, Pisa, Siena) su tematiche sociali di estrema attualità, il cui filo conduttore sono le problematiche sociali, la cultura, la politica nella società contemporanea. L’azione politica e profetica di Giorgio La Pira a favore della pace, come molti sanno, si espresse in molteplici e ardite iniziative che caratterizzarono il suo impegno pubblico di sindaco di Firenze e ambasciatore di pace. Il sindaco santo, il profeta disarmato, di fronte alle urgenze e ai drammi della contemporaneità, lanciò una sfida, che sgorgava dal Vangelo e che parlava di pace e giustizia tra i popoli. E su questa scommessa fondò attivamente tutta la sua vita. La Pira, così, visse in maniera straordinaria l’esperienza di uomo politico e uomo di fede; operò ad ogni livello, nella vita contemplativa come nell’ impegno sociale e politico, con la predilezione per i poveri, per le vittime della guerra e della sofferenza, nelle quali riconosceva il viandante della parabola del Samaritano. Il “Cristiano Siciliano” – come amava farsi chiamare - in una lettera a Pio XII (uno degli ultimi inediti, pubblicato lo scorso anno in onore del centenario dalla nascita), si espresse sulla sua – e nostra – società, proponendo un modello, realmente alternativo, alle gabbie ideologiche di allora e ai luoghi comuni di ora. “Il tossico della civiltà è espresso e contenuto nel tessuto di norme liberali che hanno come radici il bellum ominium contra omnes[...]. Ma non esiste, non esiste, non esiste questo libero mercato a cui si fa sempre ricorso, come se fosse un principio teologale! Non è vero in teoria e non esiste in pratica: ciò che esiste è il triste fenomeno della disoccupazione e della incertezza della occupazione: due atti dovuti essenzialmente alla strutturazione liberale dell’economia e della finanza. […] La civiltà autenticamente cristiana è quella del tipo “Nazareth”, del tipo di San Giuseppe; sacra la casa, sacra la bottega: perché nella casa c’è Gesù, con Maria e Giuseppe. Questi valori sacri devono essere restituiti agli uomini…” Il pensiero lapiriano si rivela particolarmente attuale ed appassionante anche per quanto riguarda la questione sul metodo dell’azione politica: una generale e profonda revisione dei concetti, dei metodi e dei fini nella teoria e nell’azione politica, capace di edificare nell’unità e nella pace una società nuova e proporzionata a questa epoca: la metodologia del vangelo, che impone a tutti i popoli di amarsi e di integrasi reciprocamente come membri solidali di un unico corpo. Porto S.Stefano, 7 aprile 2005